Si chima “Trincerone di Barriera” ed è il nome nasce dalla sua funzione originaria: una grande trincea ferroviaria scavata per far passare i binari senza interferire con la città in superficie. Per decenni questa infrastruttura ha segnato fisicamente Barriera di Milano, creando una frattura netta tra quartieri, strade e comunità.
Il Trincerone si estende per oltre cinque chilometri e mezzo tra le aree di via Gottardo e via Sempione, arrivando fino a Regio Parco, ed è stato a lungo uno dei simboli della Torino industriale.
Con il declino del traffico ferroviario, però, quella che doveva essere un’opera strategica si è trasformata in una ferita urbana: spazi abbandonati, discariche abusive, degrado ambientale e sociale. Oggi, proprio quel vuoto rappresenta una delle più grandi occasioni di trasformazione per Torino Nord.
La svolta: bonifica conclusa e nuovo futuro urbano
Negli ultimi mesi si è chiusa una fase fondamentale: la bonifica del Trincerone di Barriera. Un passaggio atteso da anni, che apre finalmente la strada alla cessione dell’area al Comune e all’avvio dei cantieri.
L’obiettivo è ambizioso: interrare una parte della Metro 2 e restituire in superficie uno spazio completamente nuovo, pensato per la mobilità sostenibile e la qualità della vita.
Il progetto prevede il recupero di circa 70mila metri quadrati, con la realizzazione di un grande asse ciclopedonale, nuove aree verdi e la piantumazione di centinaia di alberi. Un corridoio ecologico capace di unire zone oggi separate e di ricucire Barriera di Milano al resto della città.
Metro 2: tre stazioni e un viale alberato
Lungo il tratto del Trincerone sorgeranno tre stazioni fuori terra della Linea 2, collocate tra via Gottardo e via Sempione. Le fermate, simili per dimensioni e concezione a quelle della Metro 1, avranno accessi su entrambi i lati per garantire sicurezza e presidio urbano.
In superficie, al posto dei binari, nascerà un lungo viale alberato di oltre due chilometri e mezzo, con circa 700 nuovi alberi, 4,5 chilometri di piste ciclabili e percorsi pedonali continui. Sono previste anche aree gioco, spazi per lo sport, zone fitness, aree cani e luoghi dedicati alla socialità, mantenendo al tempo stesso i collegamenti stradali principali. Alcuni ponti storici, incompatibili con la nuova configurazione, verranno demoliti.
Il costo stimato per la trasformazione superficiale è di circa 9 milioni di euro, mentre i tempi di realizzazione, suddivisi in due lotti, si estenderanno per diversi anni.
Un progetto atteso da vent’anni
La rinascita del Trincerone è legata a doppio filo alla Metro 2, un’infrastruttura promessa da oltre vent’anni. La linea dovrebbe collegare poli strategici come UniTo, PoliTo, l’ospedale San Giovanni Bosco, Porta Nuova e alcuni dei principali musei cittadini, attraversando Barriera di Milano e sanando una delle sue più profonde cesure urbane.
Tra rinvii, rincari dei materiali, pandemia e mancanza di risorse complete, la Metro 2 ha accumulato ritardi su ritardi. Oggi le stime più realistiche parlano di una possibile attivazione della prima tratta non prima del 2033. Nonostante questo, la bonifica del Trincerone rappresenta un segnale concreto: qualcosa, finalmente, si muove.
Da simbolo di degrado a laboratorio di futuro
Il Trincerone di Barriera non è più soltanto il ricordo di una Torino che non c’è. È diventato un laboratorio di trasformazione urbana, dove mobilità, verde pubblico e rigenerazione sociale si intrecciano.
Se i tempi della Metro 2 restano incerti, la direzione è chiara: trasformare una ferita storica in una spina dorsale verde, capace di dare dignità, connessioni e nuove opportunità a uno dei quartieri più complessi e vitali della città.
La sfida ora è una sola: non fermarsi di nuovo.

